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Oltre l’emergenza

Un’emergenza è un’emergenza.

E non riguarda solamente le persone anziane o vulnerabili. Riguarda tutte e tutti noi, perché la “vita civile” ha senso solamente se delle persone più deboli ci prendiamo cura, se loro salvaguardia e la loro protezione diventano un problema collettivo.

È un momento difficile, forse il più difficile da quando abbiamo avviato questa attività. Ed è un momento drammatico per l’intero Paese. Se questa storia ha una morale, un qualcosa da insegnarci, è che siamo una comunità. Siamo strettamente legati tra di noi, e il destino dell’altro ci riguarda, di più: il destino dell’altro è il nostro destino.

Non so ancora se Villa Lavinia resterà aperta o se chiuderemo per un po’, ma voglio rivolgere un grande, grandissimo abbraccio – nell’unica forma possibile, cioè quella virtuale – a tutti gli amici e le amiche delle zone più colpite che in questi anni sono venute a trovarci, a tutte le persone che soffrono per la malattia; ai colleghi e alle colleghe e più in generale a tutte le persone improvvisamente catapultate in uno stato di crisi e di incertezza lavorativa. Più saremo responsabili e solidali e prima ne usciremo.

Stamattina, all’alba, mentre mi ricavo a Villa Lavinia con un vassoio di cornetti caldi in mano, uno splendido arcobaleno, esteso e perfetto, sormontava ed incorniciava la mia città. Non credo nei segni, non credo nel destino e non si può certo dire che io abbia fede. Ma mi ha dato speranza, e non so perché. Un abbraccio gigante e a presto,

Chiara, Villa Lavinia.

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